Da soffitta a terrazzo, il proprietario deve fare marcia indietro se l'appartamento di sotto è a rischio infiltrazioni

Lavori da cancellare. Nessun risarcimento del danno, però, per un deprezzamento dell'immobile solo presunto e non dimostrato.

Soffitta trasformata in terrazzo. Opera legittima, anche perché ad effettuarla è il proprietario. Ma se l'appartamento sottostante è a rischio, allora la 'marcia indietro' è obbligatoria. A dirimere la questione è la Corte di Cassazione - sentenza numero 18792, seconda sezione civile, depositata ieri -, facendo chiarezza rispetto alle pretese avanzate dall'ideatore dei lavori, da un lato, e dai proprietari dell'appartamento, dall'altro. Soffitta o terrazzo? La premessa è un semplice dubbio copertura della soffitta da rifare? Per il proprietario la risposta è positiva. Così partono i lavori ma, per i proprietari dell'appartamento sottostante, in realtà, quell'intervento è servito a trasformare la soffitta, collocata comunque in un contesto condominiale, in un terrazzo. Conseguenze? Appartamento esposto ad escursioni termiche e al pericolo di infiltrazioni d'acqua, sostengono i proprietari, e quindi a rischio deprezzamento. Decide la giustizia. Per questo motivo, si arriva in Tribunale, dove i proprietari dell'appartamento chiedono il ripristino dello stato dei luoghi e il risarcimento dei danni per il deprezzamento subito dall'immobile. Risposte? Richiesta respinta. Anche perché il proprietario della soffitta dichiara di averne soltanto ristrutturato la copertura, previe autorizzazione da parte dei condomini e approvazione da parte del Comune, senza arrecare alcun danno all'appartamento sottostante . Questione chiusa? Neanche per idea il contenzioso approda in Appello, dove, dopo una nuova consulenza tecnica, i proprietari dell'appartamento vincono a metà sì al ripristino integrale della coppatura dell'immobile mediante realizzazione del tetto della soffitta no al risarcimento del danno . Ultimo gradino. Resta da compiere, infine, l'ultimo passaggio, l'ultimo gradino nella scala della giustizia ecco, allora, il ricorso in Cassazione, presentato dal proprietario della soffitta 'incriminata'. Su quali basi? In primo luogo, il fatto che, in Appello, i giudici avessero dedotto che la trasformazione della soffitta era avvenuta in violazione di una delibera condominiale in secondo luogo, il fatto che, sempre in Appello, fossero stati ritenuti illegittimi i lavori perché avrebbero impedito l'uso della cosa comune . Su questi punti, i giudici di piazza Cavour sono netti il riferimento alla delibera condominiale è consequenziale all'assunto difensivo del proprietario della soffitta, che sosteneva di aver visto autorizzati i lavori proprio da quella delibera, fatto, questo, smentito da quanto accertato dal giudice di merito. E sempre la delibera condominiale è stata presa in esame, chiariscono ancora i giudici, per valutare la alterazione della cosa comune anche in questo caso i dati di fatto dimostrano la violazione compiuta dal ricorrente. Per questi motivi, il ricorso è respinto, e viene confermato l'ordine di ripristino integrale della coppatura dell'immobile . E la richiesta di risarcimento del danno, avanzata dai proprietari dell'appartamento anche in Cassazione? Nessuna possibilità di accoglimento. Su questo punto, i giudici, richiamando giurisprudenza ad hoc, chiariscono che chi reclama il risarcimento del danno , deve darne dimostrazione, sulla scorta di elementi idonei a fornire i parametri plausibili della quantificazione .