Procedura di selezione per ‘Capo Servizio Treno’: la (bassa) statura può portare all’esclusione

Per i Giudici va valutata in concreto la funzionalità del requisito richiesto rispetto alle mansioni. In questo caso, però, sarà necessario un nuovo processo d’Appello, poiché la prima decisione, sfavorevole alla candidata estromessa dalla selezione, si è basata su una consulenza tecnica d’ufficio volta a sancire in via generale ed astratta l’inidoneità fisica del soggetto gravato del deficit staturale.

A rischio il posto di lavoro a causa della statura fisica non eccezionale. Come già in passato, a finire sotto i riflettori è una procedura di selezione avviata da Trenitalia e che ha portato all’esclusione di una candidata a causa della altezza inferiore a quella minima prevista nel bando. Per i giudici, però, va fornita dimostrazione in concreto della congruità tra la statura minima e i compiti della figura professionale, e in questa ottica va anche certificata in modo chiaro l’inidoneità fisica del soggetto escluso dalla selezione a causa del suo deficit staturale e alla luce delle mansioni previste Cassazione, ordinanza n. 7982/20, sez. Lavoro, depositata oggi . Statura. A dare torto alla candidata esclusa dalla procedura di selezione avviata da Trenitalia provvedono i giudici di merito. Nello specifico, prima in Tribunale e poi in Appello viene respinta la domanda della donna, domanda finalizzata a vedere riconosciuta l’esistenza di un contratto di lavoro a tempo indeterminato con inquadramento nel profilo di ‘Capo Servizio Treno’ a seguito della procedura selettiva realizzata da Trenitalia e che aveva visto esclusa la donna solo perché dichiarata non idonea per deficit staturale . Per i giudici di secondo grado non è imputabile alla società alcun comportamento discriminatorio , essendo evidente la ragionevolezza del requisito dell’altezza, posto a presidio di esigenze di sicurezza . E in aggiunta viene osservato che si è accertata tramite relazione tecnica disposta in un altro giudizio l’estrema difficoltà del compimento di operazioni comprese nelle mansioni non in possesso del requisito previsto per il dato della statura. Verifica. Inevitabile l’ulteriore azione della donna esclusa dalla selezione. Ecco spiegato il ricorso in Cassazione, centrato innanzitutto sull’osservazione che tra primo e secondo grado si è dato rilievo a disposizioni regolamentari risalenti e come tali non riferibili al caso di specie in ragione della diversità del regime giuridico del soggetto datore, alla novità del profilo professionale del ‘Capo Servizio Treno’, al rinnovamento tecnologico del materiale rotabile, così disconoscendo l’irragionevolezza del limite ed il suo carattere discriminatorio . Allo stesso tempo, il legale della donna contesta il fatto che i giudici abbiano fatto riferimento a una relazione tecnica disposta in un altro giudizio per mutuarne il giudizio a valenza generale reso circa l’inidoneità fisica di un qualsiasi soggetto gravato da deficit staturale , senza invece approfondire la questione anche attraverso il parere di un consulente di parte. La prima obiezione non convince i giudici della Cassazione, i quali chiariscono che in tema di requisiti per l’assunzione, qualora in una norma secondaria sia prevista una statura minima identica per uomini e donne, in contrasto con il principio di uguaglianza, perché presupponga erroneamente la non sussistenza della diversità di statura mediamente riscontrabile tra uomini e donne e comporti una discriminazione indiretta a sfavore di queste ultime, il giudice ordinario ne apprezza, incidentalmente, la legittimità ai fini della disapplicazione, valutando in concreto la funzionalità del requisito richiesto rispetto alle mansioni . Di conseguenza, il carattere risalente del limite staturale ed il riferimento ad un profilo professionale non coincidente con quello attuale qui considerato valgono ad indurre soltanto un maggior rigore nella dimostrazione in concreto della congruità tra statura minima e mansioni . In questa vicenda sarà però necessario un nuovo processo d’Appello, poiché la decisione che ha dato torto alla donna si è basata su una consulenza tecnica d’ufficio volta a sancire in via generale ed astratta l’inidoneità fisica del soggetto gravato del deficit staturale mentre la verifica della congruità tra condizione fisica e mansioni da espletare va effettuata in concreto.

Corte di Cassazione, sez. Lavoro, ordinanza 29 gennaio – 21 aprile 2020, n. 7982 Presidente Raimondi – Relatore De Marinis Rilevato - che, con sentenza dell'11 febbraio 2015, la Corte d'Appello di Roma confermava la decisione resa dal Tribunale di Roma e rigettava la domanda proposta da Ma. Sa. nei confronti di Trenitalia S.p.A, avente ad oggetto la costituzione ex art. 2932 c.c. del contratto di lavoro a tempo indeterminato con inquadramento nel profilo di Capo Servizio Treno, per il quale la Società aveva indetto apposita procedura selettiva e dalla quale la Mi. era stata esclusa solo perché dichiarata non idonea per deficit staturale - che la decisione della Corte territoriale discende dall'aver questa ritenuto non imputabile alla Società alcun comportamento discriminatorio dovendosi ritenere la ragionevolezza del requisito di altezza, del resto posto a presidio di esigenze di sicurezza ed essendo risultato accertato tramite CTU, disposta in altro giudizio ma legittimamente acquisibile in relazione alle generalità del quesito, l'estrema difficoltà del compimento di operazioni comprese nelle mansioni del soggetto non in possesso del requisito medesimo - che per la cassazione di tale decisione ricorre la Sa., affidando l'impugnazione a tre motivi, cui resiste, con controricorso, la Società che ha poi presentato memoria Considerato - che, con il primo motivo, la ricorrente, nel denunciare la violazione e falsa applicazione degli artt. 3, 37 e 117 Cost. imputa alla Corte territoriale di aver dato rilievo a disposizioni regolamentari risalenti e come tali non riferibili al caso di specie in ragione della diversità del regime giuridico del soggetto datore, alla novità del profilo professionale del Capo Servizio Treno, al rinnovamento tecnologico del materiale rotabile, così disconoscendo l'irragionevolezza del limite ed il suo carattere discriminatorio - che, con il secondo motivo, denunciando la violazione e falsa applicazione degli artt. 115, 191 e 201 c.p.c. la ricorrente imputa alla Corte territoriale di essersi valsa di una CTU disposta in altro giudizio, disattendendo le regole procedurali relative, con particolare riguardo alla nomina di un consulente di parte ed impedendone così la necessaria valutazione critica, per mutuarne il giudizio a valenza generale reso circa l'inidoneità fisica di un qualsiasi soggetto gravato da deficit staturale - che, nel terzo motivo, il vizio di omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio è prospettato con riguardo alla decisione resa dalla Corte territoriale di inammissibilità del motivo d'appello relativo alla mancata pronunzia del primo giudice in ordine all'illegittimità del bando relativo alla procedura selettiva, decisione che si assume fondata sull'errato rilievo dell'assenza di una specifica censura - che, prendendo le mosse dall'orientamento invalso nella giurisprudenza di questa Corte cfr., da ultimo, Cass. 4 febbraio 2019, n. 3196 ma già prima Cass. 14 dicembre 2017 n. 30083 cui il Collegio intende dare continuità, orientamento per il quale in tema di requisiti per l'assunzione, qualora in una norma secondaria sia prevista una statura minima identica per uomini e donne, in contrasto con il principio di uguaglianza, perché presupponga erroneamente la non sussistenza della diversità di statura mediamente riscontrabile tra uomini e donne e comporti una discriminazione indiretta a sfavore di queste ultime, il giudice ordinario ne apprezza, incidentalmente, la legittimità ai fini della disapplicazione, valutando in concreto la funzionalità del requisito richiesto rispetto alle mansioni , si deve ritenere infondato il primo motivo atteso che il carattere risalente del limite staturale ed il riferimento ad un profilo professionale non coincidente con quello attuale qui considerato valgono ad indurre soltanto un maggior rigore nella dimostrazione in concreto della congruità tra statura minima e mansioni e, di contro, meritevole di accoglimento il secondo motivo, difettando nell'accertamento della Corte territoriale, basato su una CTU volta a sancire in via generale ed astratta l'inidoneità fisica del soggetto gravato del deficit staturale, la verifica della congruità in concreto tra condizione fisica della Sa. e le mansioni da espletare, accoglimento da cui consegue l'assorbimento del terzo motivo - che, pertanto, rigettato il primo motivo, va accolto il secondo, con assorbimento del terzo e la sentenza impugnata cassata in relazione al motivo accolto con rinvio alla Corte d'Appello di Roma, in diversa composizione, che provvederà in conformità, disponendo altresì per l'assegnazione delle spese P.Q.M. La Corte accoglie il secondo motivo, rigettato il primo ed assorbito il terzo, cassa la sentenza impugnata in relazione al motivo accolto e rinvia, anche per le spese, alla Corte d'Appello di Roma, in diversa composizione.